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Melodie dal passato… l’Hydraulis

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FotoArteStile oggi alla scoperta di un gioiello musicale di epoca Greco-Romana, che dalla filosofia greca alle celebrazioni, ai ludi ed alle corti medievali e rinascimentali, arriva ai giorni nostri ad occupare un ruolo importante nella liturgia Cattolica

L’Hydraulis, creato più di 2000 anni fa, è il più antico antenato degli organi moderni; e probabilmente anche il primo strumento a tastiera mai creato.

Si tratta di un organo a canne del III secolo a.C. che fu realizzato dall’ingegnere ed inventore greco Ctesibio di Alessandria, il cui sistema di funzionamento sfruttava letteralmente le virtù di una “cascata” di acqua. In pratica, l’hydraulis usava la pressione dell’acqua per pompare aria nelle canne, ed una tastiera a 25 tasti per creare le note, esigendo le manovre di ben tre persone per il suo utilizzo, dove due si occupavano di pompare aria nello strumento usando due pistoni-mantici, mentre la terza eseguiva la melodia

Il suo impiego, in epoca ellenistica, era principalmente connesso ad usi cerimoniali legati alla filosofia greca, e si racconta che inizialmente veniva usato per simulare il canto degli uccelli. Nella civiltà romana e bizantina, poi, venne utilizzato soprattutto per celebrare festività pubbliche ed accompagnare ludi e gare, e fu proprio questo legame con religione pagana e spettacoli pubblici che ne rallentò di molto l’assunzione di quel ruolo chiave che, ad oggi, l’organo svolge all’interno della liturgia della Chiesa cattolica; mansione che nella pratica ebbe inizio solo nell’alto Medioevo inoltrato.

Oggi possiamo conoscere l’aspetto ed il funzionamento di questo antico strumento grazie a mosaici (da notare in uno di essi la presenza, tra i musicisti, anche di una donna dall’acconciatura tipica di epoca Flavia, intenta a suonare proprio un hydraulis), bassorilievi, terracotte, piccole lucerne e medaglie (dette “contorniati”, che secondo un’opinione diffusa tra gli studiosi erano delle tessere d’ingresso per assistere agli spettacoli urbani, riconducibili alla cosiddetta pecunia spectaculis, o anche dei premi o delle pedine per giochi, mentre alcuni li ritengono una sorta di amuleti), venuti alla luce in vari siti archeologici sparsi per il mondo, ma anche attraverso svariate opere letterarie; ascrivibili non solo allo stesso Ctesibio. Ne parla, ad es., il suo allievo Filone di Bisanzio, ma anche Vitruvio, Ateneo ed Erone di Alessandria

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L’Hydraulis ed il Cornum in un mosaico pavimentale rinvenuto nel 1852, in una antica villa romana del III / II secolo a.C. a Nennig, Germania.
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Mosaico pavimentale Romano risalente al II-I Sec. a.C., ritrovato nella città di Zliten in Libia (lungo la costa Est di Leptis Magna), scoperto dall’archeologo Italiano Salvatore Aurigemma nel 1913 ed esposto al Museo Archeologico di Tripoli. L’archeologo, nella sua opera “I mosaici di Zliten” del 1926, propone una datazione dell’era Flaviana (69-96 d.C.). Un ipotesi basata su tre argomentazioni, tra cui l’acconciatura della donna musicista intenta a suonare proprio l’Hydraulis; che era tipica dell’epoca Flavia.
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Musicisti che suonano il salpinx (antica tromba) e l’hydraulis (organo idraulico), terracotta, collezione del Museo del Louvre (dipartimento di archeologia greca, etrusca e romana)

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Nel 1931 poi, durante uno scavo in Ungheriasono venuti alla luce anche dei resti archeologici dello strumento musicale, accompagnati da un’iscrizione risalente al III secolo d.C.; un ritrovamento che ha consentito di ricostruire lo strumento nonostante alcune componenti non siano giunte fino ai giorni nostri.

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Ricostruzione di un Hydraulis in funzione, Römerfest Xanten (festival biennale di rievocazione storica dell’Antica Roma di Xanten, in Germania).

Di seguito, è possibile vedere un video in cui Justus Willberg, un grande esperto dello strumento, esegue un breve brano attraverso una copia di questo antichissimo strumento. Anche questo hydraulis necessita di due persone che manovrano con i pistoni nel modo che si può vedere dalla foto precedente, sebbene nel video non si vedono. Come nello strumento originale, ci sono 25 tasti connessi alle canne di bronzo, in grado di riprodurre due ottave, e la pressione nelle canne veniva controllata con ventiquattro piccole valvole.

Successivamente, nel 1992, nell’antica città macedone Dion (situata nei pressi del monte Olympus in Grecia) fu ritrovato il più antico esemplare di Hydraulis, risalente nientemeno che al I secolo a.C., composto da un totale di 24 canne di diversa lunghezza e dalla forma leggermente conica nella loro estremità inferiore (che corrispondono al sistema perfetto dell’antica musica greca, consistente in una scala cromatica ed una diatonica). I resti di questo antico Hydraulis sono esposti al Museo Archeologico di Dion.

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Hydraulis del I secolo a.C. rinvenuto nel 1992 durante degli scavi a Dion, Grecia – Museo Archeologico di Dion – Fonte

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Hydraulis del I sec. a.C. rinvenuto a Dion, Grecia – Fonte: Zde [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)%5D
In seguito sono stati rinvenuti altri due esemplari di hydraulis, uno scoperto a Pompei ed ora esposto nel museo archeologico di Napoli, in Italia, e l’altro recuperato nell’area archeologica dell’antica città di Aquincum, in Ungheria, ed ora esposto nell’Aquincum Museum a Budapest.

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Fonti Iconografiche:

Foto di copertina :  CORNU UND HYDRAULIS UNTERMALEN DAS GESCHEHEN IN DER ARENA (VILLA NENNIG): Q. Albia Corvina, Musik: Einleitung – Musik in der römischen Antike”, MOS MAIORUM – DER RÖMISCHE WEG, 10/2014

Foto composita “Hydraulis del I secolo a.C. rinvenuto nel 1992 durante degli scavi a Dion, Grecia – Museo Archeologico di Dion” :   ‘Vestígios arqueológicos de um órgão hidráulico (c. séc. I a. C.) encontrados em 1992 numa escavação dirigida pelo professor Dimitris Panternalis na cidade de Dion, Grécia – Museu de Arqueologia de Dion, Grécia – Fonte: João Fonseca, “História do órgão: Origem e evolução durante o período greco-romano”, Música da Idade Média, 18/09/2014  ;  “Water organ” https://en.wikipedia.org/wiki/Water_organ

Foto “Hydraulis del I sec. a.C. rinvenuto a Dion, Grecia” :   https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Hydraulos,_2nd_century_AD,_AM_Dion,_Diom435.jpg  , attribuzione:   Zde [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)]

Foto “Hydraulis ritrovato a Pompei, Italia” :  Carlo Raso, “Hydraulic syrinx or organ, from Pompeii – Naples Archaeological Museum”, https://www.flickr.com/photos/70125105@N06/6876407639

Foto “Hydraulis ritrovato ad Aquincum, Ungheria” :  https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Roman_pipe_organ_Aquincum.jpg  ; attribuzione:  Jerzy Kociatkiewicz from Colchester, United Kingdom [CC BY-SA 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)]

Foto “Hydraulis ritrovato nella Colonia Romana di Aquincum, ritrovati circa 400 pezzi bronzei” :  João Fonseca, “História do órgão: Origem e evolução durante o período greco-romano”, Música da Idade Média, 18/09/2014

Foto “Resti metallici di un organo Romano del III sec. a.C. rinvenuto ad Aquicum ed una moderna reinterpretazione” :  Johann von Katzenelnbogen, The Utrecht Psalter and its Furnishings – Part IV, 23/04/2017

Foto “Ricostruzione di un Hydraulis in funzione, Römerfest Xanten”:  Q. Albia Corvina, “Musik: Einleitung – Musik in der römischen Antike”, MOS MAIORUM – DER RÖMISCHE WEG, 10/2014

Foto “Musicisti che suonano il salpinx (antica tromba) e l’hydraulis (organo idraulico), terracotta, collezione del Museo del Louvre (dipartimento di archeologia greca, etrusca e romana)” :   https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Salpinx_hydraulis_players_Louvre_CA426.jpg

Fotografie mosaici :  Angelo Petrone, Ecco come suonava l’hydraulis, uno strumento del III secolo a.C”  ;  Musicians from the Zliten mosaic” ;   Aglaia McClintock, “Per un’iconologia dei supplizi – www.ledonline.it/rivistadirittoromano”

Foto bassorilievi, lucerne e medaglie/contorniati :  Augusto Mastrantoni, “Dall’Hydraulis dei Greci all’Organo portativo medievale”, testo mandato in rete nel 2007, revisionato dall’autore il 31 gennaio 2010

Altre fonti:

Salvatore Aurigemma, “I mosaici di Zliten”, Società Editrice d’Arte Illustrata, Roma, 1926

Douglas Bush e Richard Kassel, “The Organ, an Encyclopedia”, Routledge, 2006, p. 327

Centro studi classicA, coordinato da Monica Centanni e Giacomo Calandra di Roccolino, “Nota sui contorniati”, Rivista di Engramma (open access) ISSN 1826-901X, 50, luglio/settembre 2006

EMAProject European Music Archaeology Project, Justus Willberg plays the Hydraulis”, Youtube, 09/11/2016

Salvatore Galeone, Antico organo ad acqua torna a suonare ad Atene”, In A Bottle Magazine, 10/05/2018

M.C. Martinelli, con la collaborazione di Francesco Pelosi e Carlo Pernigotti, “Aspetti dell’esperienza musicale greca in età ellenistica”, EDIZIONI ETS, Pisa, 2009

Angelo Petrone, Ecco come suonava l’hydraulis, uno strumento del III secolo a.C, Scienze Notizie – tutte le news dal mondo scientifico, 10/10/2017

Agnès Vinas, La mosaïque de l’amphithéâtre de Zliten – Problèmes de datation”, mediterranees.net

ZonWu, Ascolta l’hydraulis, l’antico organo greco ad acqua”, VitAntica, 07/10/2017

en.wikipedia.org :    Dion, Archaeological Museum 

macedonian-heritage.gr :   The Museums of Macedonia, Archaeological Museum Dion  

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ENGLISH VERSION:

(photographs are visible in the Italian version)

A Melody From the Past… the Hydraulis

Today, FotoArteStile is going to rediscover a real musical jewel of the Ellenistic-Roman era, playing from the ancient greek philosophy to celebrations, ludus, Medieval and Reinassance Courts up to the nowadays important rule in the Catholic liturgy.

Created more than 2000 years ago, as a matter of fact, the Hydraulis is the most ancient ancestor of the modern pipe organ; and probably even the world’s first keyboard instrument ever.

As far as the origins and functioning are concerned, the Hydraulis was created by the Greek engineer and inventor Ctesibio di Alessandria in the 3rd century BC, undoubtedly operating by converting the dynamic energy of water, typical of “waterfalls”, into air pressure to drive the pipes. As a matter of fact, a 25-key keyboard and three persons were needed to create notes; thus one of them playing the melody while the others were pushing the air using two piston valves.

With the use of it in mind, they say that it was used to recall the birds’ singing and for cerimonial purposes at the beginning, as typical for the Greek philosophy. Afterwards, from the Hellenistic – Ancient Roman era up to the Byzantine Early Middle Ages, in fact it had been generally used for cerimonies, rituals, processions, banquets, ludus and races at the hippodrome. A pagan use which had opposed its actual liturgical role for many years.

Concerning its appearance, archaeologists brought to light mosaics (one of them depicting also a woman musician, in typical Flavian hairstyle, playing this instrument) as well as terracottas, bass-reliefs, oil lamps and even medals called “contorniati” (regarded by some scholars as the “pecunia spectaculis”, that were maybe badges or prizes for shows and plays as well as pieces for games, or a sort of talismans by other accademics instead) revealing its shape; toghether with some written sources that better explained its form and functioning. Literature is not only attributable to Ctesibio, but it’s also referable to its pupil Philo of Byzantium, as well as to Vitruvius, Athenaeus and Hero of Alexandria.

In 1931, archaeological remains of an Hydraulis was brought to light in Hungary; together with an iscription dating back to 3rd century AD. As a result, the reconstruction of it becames finally possible; notwithstanding some components were unfortunately missed by then.

In the Italian version, you can view the musician Justus Willberg, a renowned player specialised on the Roman hydraulic organ, while playing a copy of this ancient instrument. In fact, that copy is similar to the one you can see in the picture just above it in the Italian version; taken at the Roman Festival in Xanten (Germany). Consequently, two persons pushing the air through the two piston valves were needed the same, even though they were out of shot during filming.

Afterward, in 1992, the oldest instrument of that type was discovered in Dion, Greece. Dating back to 1st century BC, it was composed of 24 pipes of different lenghts, with a conical lower end, that were definitely corresponding to the perfect system of the ancient-greek music consisting in two scales, chromatic and diatonic. The archaeological remains of this hydraulis are showed at the Archaeological Museum in Dion.

Finally, other two hydraulis had been later discovered, one of them in the Italian famous archeological site of Pompeii, and another one inside the historical site of the ancient Acquincum in Hungary. Nowadays, both of them are showed in important Museums in Italy and Hungary (the Italian National Archaeological Museum of Naples, and the Hungarian Aquincum Museum in Budapest, respectively).

For sources and pictures: please, see Italian version

Ipogeo scoperto nel Foro Romano: è il cenotafio per il culto di Romolo

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Durante la conferenza stampa sul ritrovamento del vano ipogeo con sarcofago del VI secolo aC. rinvenuto sotto la scalinata di accesso della Curia Iulia al Foro Romano, il direttore del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, assieme al suo staff ha spiegato ai giornalisti le origini e gli sviluppi degli scavi effettuati.  

Dagli studi si evince che, in realtà, non si tratta della sepoltura Romolo, ma di un cenotafio eretto in suo onore e memoria; ossia di un santuario sepolcrale atto a celebrarne il culto ma privo dei resti mortali della persona. Cosa di cui si trovano conferme anche in alcune antiche fonti (Livio e Plutarco), che ne descrivono la morte in modi diversi ma con il comune denominatore che rimanda alla mancanza dei resti terreni del fondatore.  

Tutto il vano e l’area del portico della Curia sono stati documentati attraverso un rilievo in Laser scanner in 3D, dove l’ipogeo è evidenziato in arancione. Nel fondo del vano, sono ben visibili sia il sarcofago che l’elemento circolare; entrambi realizzati in tufo del Campidoglio (cava tra le più antiche di Roma). 

Lo scavo archeologico riprenderà alla fine di aprile, e promette ulteriori sorprese visto che gli archeologi hanno constatato anche la presenza, nel vano, di una sezione stratigrafica intatta.

Insomma, Roma si arricchisce di un nuovo gioiello archeologico, un luogo della memoria delle origini della città eterna che arricchirà i futuri percorsi di visita del Foro Romano, secondo le stime probabilmente già tra un paio di anni; aggiungendo così un altro tassello alla conoscenza del passato importante non solo per i Romani, ma per tutto il mondo.

Di seguito, è possibile vedere: una pianta realizzata nel 1900 da Giacomo Boni nell’area del Comizio, una foto di come appariva l’area del comizio nel 2009, alcune foto relative alla conferenza stampa ed una scannerizzazione in 3D dell’ipogeo (cliccare sulle singole immagini per aprire la galleria).

Fonti:

Parco archeologico Colosseo,   Parco archeologico Colosseo

LaRepubblicaROMA.it ,    Ipogeo scoperto al Foro Romano: “Non è tomba di Romolo ma cenotafio per il suo culto”

Foto di copertina: Rilievo Laser Scanner – Veduta assonometrica con il posizionamento dell’ambiente sotterraneo – in arancio – rispetto all’ingresso della Curia Iulia e i resti del portico antistante l’ingresso, riemersi dopo la rimozione della scalinata in mattoni realizzata da Alfonso Bartoli negli anni ’30 – courtesy Parco archeologico del Colosseo

Foto nell’articolo: Parco archeologico Colosseo, Parco archeologico Colosseo ; LaRepubblicaROMA.it ,    Ipogeo scoperto al Foro Romano: “Non è tomba di Romolo ma cenotafio per il suo culto”

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 ENGLISH VERSION:

In the press conference concerning the discovery of the hypogeum containing the sarcophagus and the altar from the 6th century bC. underneath the access stairway to the Curia Iulia , taken by the Director of the Colosseum Archaeological Park Alfonsina Russo,  the Director and her staff explained to the journalists both origin and developments of the excavations.

Recent studies point out that the hypogeum is not the real tomb of Romulus. As far as the examined sources are concerned, it’s a cenotaph made to commemorate and honor his memory.  A theory which is comfirmed by some ancient Roman sources (Titus Livius and Plutarch), that agreed on the lack of mortal remains of the founder.

Furthermore, the whole hypogeum, as well as the Curia’s portico, in fact had been scanned by a 3D Laser Scan; highlighting in orange the hypogeus and its contents. As a result, both the sarcophagus and the rounded altar (which were both made by the tuff coming from the Capitoline Hill, one of the main quarries of Rome ) are very-well visible at the bottom of the orange area.

On account of this, the excavations are going to start again in late April, and new surprices seem to be just around the corner, as proofs of an intact stratigraphic section had been found inside the room.

Well, now a new archaeological treasure enriches the Eternal City, a place reminding to the origins of its glorious past that will add an important point to the guided tours of the Roman Forum in the near future, maybe in a couple of years, adding a new significant piece of knowledge not only for Romans, but for the whole world.

Sources and pictures (an early 1900s map and a ten-year-ago picture of the Comitium area, some pictures of the press conference and a 3D laser scan of the hypogeus): please, see Italian version

Roma, Parco Archeologico del Colosseo: rinvenuta la leggendaria tomba di Romolo?

(Scroll down for English version)

Scoperto nel Foro un ambiente ipogeo, con sarcofago in tufo del VI secolo a.C. accanto a quello che sembra un altare: è il santuario sepolcrale dedicato a Romolo ipotizzato dall’archeologo ed architetto Giacomo Boni agli inizi del 1900?

All’interno del Parco Archeologico del Colosseo, dopo circa un anno dall’inizio della campagna di scavi avviata nell’ambito dei nuovi studi condotti sulla documentazione prodotta, agli inizi del ‘900, dall’archeologo Giacomo Boni, un team di esperti ha portato alla luce quello che potrebbe essere proprio l’heroon ipotizzato da Boni, ossia il santuario sepolcrale che i romani dedicarono al fondatore e primo re di Roma. Si parla di santuario perché la datazione della tomba monumentale risale a circa 200/300 anni dopo la presunta fondazione di Roma; facendo così supporre che il sepolcro sia un monumento funerario simbolico volto a commemorare ed onorare la memoria del fondatore e non a contenerne le spoglie.

Come dichiara un comunicato diramato dal Parco Archeologico del Colosseo, l’ambiente sotterraneo è ubicato al di sotto della scalinata di accesso al complesso della Curia-Comitium (complesso dove anticamente si svolgevano le funzioni politiche della costituzione romana, dove il senato si riuniva) ed a pochi metri dal “Lapis Niger” portato alla luce da Boni nel 1899, che alcune fonti collegano alla morte di Romolo (si tratta di un sito, anticamente ricoperto da lastre di marmo nero, nel quale fu rinvenuto un altare con un cippo recante un’iscrizione in latino arcaico che Boni associò ad un passo di Sesto Pompeo Festo, dove lo scrittore accennava ad una “pietra nera nel comizio” – lapis niger in Comitio – collegata, secondo leggenda, alla morte di Romolo).

Un’ubicazione che coincide, poi, con quello che le fonti tramandano come il punto “post rostra” dietro i Rostra repubblicani (i Rostri, in latino Rostra, erano le tribune dalle quali i magistrati tenevano le loro orazioni nel Foro Romano, e devono il loro nome ai rostri – ossia alle prue delle navi nemiche catturate nella battaglia di Anzio del 338 a.C. con cui furono ornate); posizione in cui si collocherebbe il sepolcro di Romolo secondo la lettura di un passo dello scrittore romano Marco Terenzio Varrone da parte degli Scoliasti di Orazio (Epod. XVI)

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Conferenza stampa Venerdì 21 febbraio

Venerdì 21 febbraio, alle ore 11:00, il direttore del parco Alfonsina Russo presenterà la scoperta alla stampa, ed assieme al team di archeologi e architetti che hanno partecipato alla scoperta parlerà dello scavo e di come questo sarà valorizzato nel prossimo futuro.

 

Fonti:

http://www.rainews.it :    Roma, scoperto nel Foro ambiente ipogeo con sarcofago del VI secolo a.C: è la tomba di Romolo?

http://www.artribune.com    Romolo al Foro Romano. Scoperto un sarcofago dedicato al fondatore di Roma

http://www.ansa.it:    Al Foro romano emerge ambiente ipogeo con sarcofago

http://www.romasegreta.it:    Rostra

http://www.romadailynews.it :  Tomba di Romolo, una controversia forse risolta

http://www.foxnews.com :  Ancient Rome stunner: Sarcophagus dedicated to Romulus discovered

Fotografie: https://parcocolosseo.it ; http://www.artemagazine.itForo romano, scoperto un ambiente sotterraneo con un sarcofago e un altare. Potrebbe essere la tomba di Romolo   ;  http://www.romadailynews.it , Tomba di Romolo, una controversia forse risolta

 

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ENGLISH VERSION:

A New Extraordinary Archaeological Find in Rome, the “Lost Tomb of Romulus” May Have Been Finally Coming to Light

A hypogeum with a tuff sarcophagus from the 6th century BC, and what experts believe may be an altar, have just been discovered underneth the Roman Forum, inside the Parco archeologico del Colosseo, thus making archaeologists think about the lost shrine dedicated to Romulus; the legendary founder and first king of Rome.

 

A team of experts re-examined the records left by a 19th-century archaeologist and architect Giacomo Boni, together with many classical texts, working on the assumption that the sarcophagus discovered by Boni “is linked to the cult of Romulus“. The experts claim that they may have located the over 2,500-year-old “tomb” near the main complex of public buildings which includes the Curia (that is the ancient Roman Senate) and the “Rostra” (that is the speaker’s podium where magistrates’ pronouncements were made).

As a matter of fact, the well-known 19th-century archeologist claimed that he found an archaic Roman stone casket that, according to classical texts, could have been identified as “the lost shrine dedicated to the first king of Rome” (shrine ‘cause the tomb is supposed to be a symbol made to commemorate and honor his memory and will not contain any remains which would prove his historical existence, as this tomb was buried about 200/300 years after his alleged founding of Rome). Then, Boni left the sarcophagus in place and sealed it up again.

Now, considering that the Forum was the center of public life in ancient Rome as well as the center of the cult of Rome’s first king and founder, and given that the sarcophagus was found just where some ancient Roman sources placed it, that is not far from the Comitium (an open space where public and religious assemblies were held in Rome), closely to the Rostra (as reported by some ancient roman sources referring to Marco Terenzio Varrone) and near the so-called “Lapis Niger” (an ancient black-marble-covered shrine, with one of the oldest Latin inscription that Boni connected to another ancient Roman source by Sesto Pompeo Festo concerning the “Black Stone in in the Comitium” – lapis niger in Comitio – connected to the legend of the grave of Romulus), therefore it’s quite sure that one of the most important archaeological findings of nowdays can be just around the corner.

Press conference about the discovery will take place on Friday 21st:

The discovery will be unveiled on Friday 21st by the Director of the Colosseum Archaeological Park Alfonsina Russo, which is overseeing the excavations.

 

Pictures and Sources: please, see Italian version

L’arte e l’archeologia, un affascinante viaggio senzatempo

(scroll down for English version)

In questa sezione si alterneranno curiosità, piccoli approfondimenti e gallerie tematiche relative alle varie sfaccettature dell’arte e dell’archeologia. Storia, mistero e bellezza si intrecceranno, per un affascinante viaggio nel tempo che, nel suo piccolo, spero possa lasciare un segno che possa farvi venire voglia di approfondire sempre di più.

L’arte e la storia custodita nei ritrovamenti artistici ed archeologici, unite alla possibilità che abbiamo di poter iniziare fin da piccoli ad apprezzarne la bellezza e le fattezze, ci rendono assieme consapevoli di quel che eravamo, di quel che oggi siamo, e di quel che saremo domani. Senza cultura non c’è futuro, quindi fruiamo delle sue conoscenze e custodiamole, non lasciamo scomparire il nostro futuro.

 

Foto: Alessia Ambrosi © Tutti i diritti riservati

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ENGLISH VERSION

The Arts and Archaeology: a Fascinating Time Travel 

News, tidbits, insight into specific themes and photo galleries will be following one another in this column, so that history, beauty and mystery will be just blended; for a fascinating time travel through the Arts and Archaeology I hope will make you feel like learning more and more about it.

The important knowledge kept into artistic and archaeological findings, together with the possibility we have to appreciate both its shapes and beauties since childhood, are in fact basic to raise awareness of who we really are now and how we have become like this; as well as fundamental to define what we’ll be in the future.

As a matter of fact, culture and future go hand in hand. Consequently, we should let culture spread here and there safeguarding it instead of overlooking it; thus avoiding the vanishing of our future.

 

Photo: Alessia Ambrosi © All Rights Reserved

Guardiamo al di là delle apparenze, c’è più di quel che sembra…

E come l’immaginazione incorpora
la forma di cose sconosciute, la penna del poeta
le muta in forme e dà al niente arioso
un’abitazione locale e un nome.

– William Shakespeare, “Sogno di una notte di mezza estate”

 

Foto: Alessia Ambrosi © Tutti i diritti riservati

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There Is More Than Meets the Eye…

 

And as imagination bodies forth
The forms of things unknown, the poet’s pen
Turns them to shapes and gives to airy nothing
A local habitation and a name.

– William Shakespeare, “A Midsummer Night’s Dream”

 

Photo: Alessia Ambrosi © All Rights Reserved