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Molti Italiani, il 5 Novembre a Roma, hanno fatto una scelta ben precisa: lottare per un negoziato che dimostri quanto le armi non centrano nulla con la pace, e quanto la guerra non abbia senso alcuno…
Considerata l’attenzione riservata alla manifestazione per la pace svoltasi a Roma dalla maggior parte dei media e dei talk Italiani, almeno in apparenza impegnati quasi più a silenziare quella maggioranza ormai non più silenziosa piuttosto che a sostenere, non solo il puro e semplice “diritto di informazione”, ma anche quanto detterebbe il semplice buonsenso, torniamo un attimo sull’argomento, senza voler essere giudicanti o onniscienti, per fare un po’ un riassunto e nel contempo una riflessione su quello che è il punto della situazione.
Dalla cronaca dei fatti, più di 100.000 persone hanno preso parte alla manifestazione romana per la pace.

Quindi, un 5 Novembre sicuramente da ricordare, dove in una giornata improvvisamente frizzante di un autunno particolarmente caldo, non solo meteorologicamente parlando, tanti cittadini affiancati da svariate associazioni e delegazioni politiche hanno sfilato insieme, senza piantare vessilli di partito ed ognuna con un proprio messaggio a favore del cessate il fuoco in Ucraina, colorando le vie della capitale da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni con una bandiera arcobaleno lunga 50 metri a seguito dello striscione “Europe for Peace“; a ricordare non solo il nome dato all’evento e quella “Pace” reclamata a gran voce da una folla accorsa lì da tutto lo stivale, ma anche il fatto che si tratta di una questione non solo Italiana, bensì comunitaria.

Oltre 240 sigle tra associazioni cattoliche, pacifiste, volontariato, sindacati e ong, assieme alla comunità ucraina che ha sfilato con la bandiera nazionale, alle delegazioni politiche della sinistra e del M5s, con in testa il leader Giuseppe Conte, sicuramente accompagnati anche da svariati elettori di destra (visto che due Italiani su tre sono per il negoziato Russo-Ucraino con concessioni reciproche, e quindi contro i continui invii di armi). Tutto questo si traduce in tanti, tanti cittadini che chiedono a testa alta al Governo, e non solo, uno stop all’attuale strategia che prevede solo l’escalation militare; puntando ad una svolta in direzione del cessate il fuoco e di un negoziato di pace.

Un vero successo tutt’altro che inaspettato, sebbene sia stato in realtà più volte sminuito ed osteggiato sia prima che dopo l’evento; nel nome di una “pax belligerante” che sarebbe già di per se una contraddizione in termini.

Nei fatti, l’Ucraina non e stata mai abbandonata sola a se stessa, considerato che le è stato anche pienamente riconosciuto di agire all’interno nel perimetro dell’art. 51 della carta dell’ONU, il quale prevede il “diritto naturale di autotutela individuale e collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite”; ma questo solo “fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”. Infatti, le misure prese nell’esercizio di questo diritto di autotutela “non pregiudicano in alcun modo il potere e il compito spettanti, secondo il presente Statuto, al Consiglio di Sicurezza, di intraprendere in qualsiasi momento quell’azione che esso ritenga necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale”. Questo, quindi, vuol dire che al Consiglio di Sicurezza spetta il compito di ristabilire la pace e la sicurezza qualora ci fosse una guerra, e non il compito di farla continuare.

Il Leader del M5S Giuseppe Conte, durante la manifestazione ha posto subito in rilievo quanto la strada per costruire un tavolo negoziale dove discutere termini e condizioni sia lunga e faticosa, ma nel contempo ha ribadito quanto sia importante che quel tavolo venga creato ora, e che sia condotto “con la forza di tutta la comunità internazionale”, per giungere così ad una soluzione che sia credibile, solida e duratura. Sottolinea, quindi, la contrarietà del M5S ad un 6° invio di armi in Ucraina, ora “Kiev è armata di tutto punto”, e la necessità “di promuovere un negoziato di pace“ all’insegna di una “svolta della Ue” e che veda “i paesi belligeranti protagonisti ma in una cornice internazionale”; aggiungendo infine: “Ho sentito dire al ministro Crosetto che il governo si appresta a fare il sesto invio di armi all’Ucraina. Il governo non si azzardi a procedere senza aver interpellato il Parlamento, tanto più trattandosi di un governo che non è più di unità nazionale”. Sotto il palco di piazza San Giovanni poi, l’Onorevole Conte ha ribadito, stringendo anche la mano a Maurizio Landini (segretario generale della Cgil), che quella del 5 Novembre è stata davvero “Una grande piazza, una potente partecipazione”; e che “Sulla pace non molliamo”. Peraltro l’Onorevole Conte, nel suo più recente intervento in Parlamento del 10/11/2022 dove ha presentato un ordine del giorno per chiedere al governo di “riferire su un eventuale ulteriore invio di armi” a Kiev e di “illustrare” l’indirizzo politico in merito al conflitto in Ucraina (sottoscritto anche dall’Alleanza Verdi Sinistra con Nicola Fratoianni), sottolinea di nuovo, come ha sempre fatto, che “va distinto nettamente l’aggressore dall’aggredito” e che “non è mai stato fatto mancare il sostegno alla popolazione ucraina”, sostenendo però, ragionevolmente, che “superata l’iniziale asimmetria delle forze in campo, la via di uscita non possa riposare su un invio ad oltranza di sempre nuove e sempre più sofisticate armi. Non cederemo, quindi, alla narrazione ed alla tentazione di chi si ostina a raccontarci che la guerra sia l’unica opzione possibile”; continuando quindi a difendere quelle 100.000 voci che in piazza, all’unisono, “chiedono al Governo di farsi promotore, all’interno dell’UE e presso l’intera comunità internazionale, di un vero percorso negoziale perchè tacciano le armi”. Nei fatti, però, il Governo sembra remare contro, respingendo l’ODG ed escludendo, in tal modo, la voce del Parlamento su armi e guerra. Visto che gli Italiani hanno tutto il diritto di sapere, di ottenere risposte e di pretendere che, nel governare, le decisioni vengano prese con un confronto parlamentare democratico (sancito dalla Costituzione Italiana), mi domando perchè il Governo non voglia passare per il Parlamento; e perchè il PD non abbia approvato l’ODG visto che dice di essere contro la guerra e pro pace e democrazia.
Contro l’escalation delle armi, ai microfoni dei cronisti sono intervenuti anche altri politici italiani, tra cui il segretario nazionale di Sinistra Italiana (Alleanza Verdi Sinistra) Nicola Fratoianni ribadendo che la “Soluzione militare non è la soluzione”, ed il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista (coordinamento Unione Popolare) Maurizio Acerbo per “fermare l’isteria bellicista che ci sta portando sull’orlo della guerra nucleare”.


Vi è stato, poi, l’intervento del Cardinale Matteo Zuppi, il quale nella sua “lettera a chi manifesta per la pace” che è stata letta proprio dal palco allestito in piazza San Giovanni, ha sottolineato quanto sia “importante non rimanere fermi” e “manifestare in modo che tutti vedano quanto è grande la nostra voglia di pace”, perchè “chiedere pace non significa dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito”, anzi, “chi lotta per la pace è il vero realista perché sa che non c’è futuro se non insieme”, ricordando poi a tutti che “la pace mette in movimento, è un cammino”, e citando le parole di Don Tonino Bello, il pastore scomodo che marciò contro la guerra, aggiunge che si tratta di un “cammino in salita” per cui “occorre una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo”. Rammenta, poi, che anche Papa Francesco ha chiesto con tanta insistenza di fermare la guerra; sottolineando, infine, anche quanto sarebbe importante “chiedere al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la Pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti che combattano le povertà”.
Poi c’è stato Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera, che ha sottolineato quanto, questa manifestazione, sia “un segno importante di cittadini e movimenti che ci mettono la faccia per dire da che parte si deve stare, dalla parte della pace, e per chiedere che la diplomazia si muova, che l’Europa sia più determinante e che l’Onu faccia la sua parte“, ribadendo che “non bisogna abbandonare il popolo ucraino, ma si deve bloccare il conflitto ed aprire le trattative, le mediazioni”. Dal palco, poi, anche lui ricorda quando, nel 1982, Don Tonino Bello disse di essere preoccupato di “un’Europa sempre più cassa comune invece di casa comune, un’Europa sempre più di mercanti che di fratelli“, e disse anche di essere malati di pace. Perché “la malattia della pace, è davvero una patologia che auguro a tutti e dalla quale non bisogna guarire perché è la malattia che ci rende più umani“. Infine, Don Ciotti lancia a se ed a tutti un augurio particolare: “di essere sempre accompagnati dai dubbi, che sono porte aperte al confronto, al dialogo“, terminando poi con un invito a diffidare delle “coscienze pacificate”, sedute sulle loro certezze nell’incoscienza dei propri limiti: “Diffidiamo dei neutrali, troppi sono i neutrali nel nostro paese, diffidiamo dei più pericolosi che sono i mormoranti. Sono quelli che stanno sempre zitti, ma poi dissonanti che in altri luoghi giudicano, insultano e non fanno nulla. Le coscienze pacificate sono le madri dei conflitti“.
Alcune voci, però, in apparenza continuano ad essere fuori da quel “coro di cambiamento” sollevatosi all’unisono nella manifestazione romana: da un lato un Enrico Letta che, entrato a metà corteo, ribadisce la linea di un PD orientato “in continuità con quello che si è fatto”, sostenuto in qualche modo da Gianni Cuperlo che però riconosce che sia “Giusto che Pd rifletta sul quale sia la finalità di un nuovo invio di armi”, dall’altro una piazza di Milano con meno di un migliaio di persone (molte meno secondo alcune voci) che non si comprende bene se sia pro o contro la guerra, e nello sfondo quella sorta di “pace belligerante” in cui, da Febbraio, molti media assieme ai vertici dell’Europa sembrano quasi intrappolati, invischiati in un circolo vizioso che potrà essere spezzato solo con un deciso cambio di passo; seguendo quella maggioranza ormai non più silenziata che, riprendendo un po’ le parole pungenti di Marco Travaglio de Il Fatto Quotidiano, nessun ricatto immorale (tipo “pace uguale resa di Kiev”), o lista di putiniani immaginari, o campagna di discredito potrà rimettere a tacere. Una maggioranza che peraltro cresce, giorno dopo giorno, in tutta l’Europa .

Non bisogna dimenticare che le armi, al giorno d’oggi, non sono più quelle di una volta. Un piccolissimo strumento è potenzialmente in grado di distruggere, in un solo secondo, anche l’intera umanità.
Comunque sia, nonostante le voci fuori dal coro, nessuno può negare che la piazza di Roma era piena e viva, come non lo era da tanti, troppi anni. Una piccola vittoria che può diventare davvero grande, se tutti faranno la loro parte, stando dalla parte giusta: quella della pace.

Se non ora, quando?
Fonti:
- “Manifestazione per la pace, gli striscioni e le immagini del corteo in marcia verso piazza San Giovanni – FOTOGALLERY”, Il Fatto Quotidiano, 5 NOVEMBRE 2022
- “Carta dell’ONU, Art. 51-54”, Comitato Atlantico Italiano – Atlantic Treaty Association, 7/11/2022
- Statuto delle Nazioni Unite, Miur
- Manolo Lanaro e Alberto Sofia, “Manifestazione per la pace, Conte: “No al sesto invio di armi, serve confronto in Parlamento. Qui la maggioranza silenziosa stanca dell’escalation”, Il Fatto Quotidiano, 5/11/2022
- Riccardo Maccioni, “Don Tonino Bello, il pastore scomodo che marciò contro la guerra”, L’Avvenire, 17 aprile 2018
- Matteo Zuppi, “Lettera a chi manifesta per la pace. Liberi insieme dalla guerra”, L’Avvenire, 3 novembre 2022
- Manolo Lanaro e Alberto Sofia, “Manifestazione per la pace, Don Ciotti: “Ci sono troppi cittadini neutrali e a intermittenza. Abbiamo bisogno di persone più responsabili”, Il Fatto Quotidiano, 5/11/2022
- Marco Travaglio, “La maggioranza silenziata”, Il Fatto Quotidiano, 6/11/2022
- Marco Travaglio, “Io so’ Pasquale”, Il Fatto Quotidiano, 5/11/2022
- ” Manifestazione per la pace a Roma: “Siamo più di 100mila” | la diretta. Conte: “Nuove armi? Governo venga in Parlamento”. Letta: “Pd per continuità”, Il Fatto Quotidiano, Aggiornato: 21:37 del 7/11/2022
- Michele Santoro, “Di Martedì”, programma TV condotto da Giovanni Floris, La7, 8/11/2022
- “A Milano un migliaio all’evento di Calenda: “Conte qualunquista di destra”. E Rosato: “Solo i codardi si voltano dall’altra parte”, Il Fatto Quotidiano, 5/11/2022
- Conte presenta ordine del giorno per chiedere al Governo di riferire su un nuovo invio di armi: “Non è esecutivo tecnico, accetti il confronto”, Il Fatto Quotidiano, 10/11/2022.
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ENGLISH VERSION:
To Negotiate, or Not to Live Anymore, That Is the Question…
Comparing War and Peace, Most of Italian People Made Their Own Choice on 5th November in Rome; Thus Demonstrating How Important Building a Negotiating Table Is to Avoid a Nonsense World War III.
On 5th November, more than one hundred thousand people took part in a peace demonstration taking place in Rome.
Notwithstanding the march has been often diminished and opposed by many Italian media and politicians since the event was called, in fact it has been a real success; thus joining people from all over the Italian boot. Therefore, now we’ll try to voice demonstrators in some way; just taking stock of the situation.
Well, it was a an unexpectedly cool saturday for such a hot Autumn in both, weather and politics. Maybe the “wind of change” was already blowing, thus preempting what was just in the air… anyway, this event will be certainly remembered in history; whatever way the wind blows. That’s because many Italian citizens, together with Ukrainian people and more than 240 associations ranging from trade unions to volunteering, politics to pacifism, non-governmental organizations to Chatolic’s ones, had been in fact paraded all together for the first time in a while, with no banner except “peace”, painting the city centre with a 50 mt rainbow peace flag just following the “Europe for Peace” banner representing how important that demonstration is not just for Italy.
According to Il fatto Quotidiano, “two out of three” Italians aim for negotiating peace between Ukraine and Russia, so that stopping the military escalation that has been pervading Italian and EU foreign policies up to now. Consequently, it’s quite sure that both, left and even right wing was marching together in some way. However, the M5S had a key role in the demonstration.
As a matter of fact, Ukraine has never been alone. That’s because the UN Charter provides for the right of countries to engage in self-defence, including collective self-defence, against an armed attack (art. 51). However, it’s true the same that the Security Council is responsible for taking the measures necessary to maintain international peace and security (art. 51).
On account of this, many people made their voices heard; most of them speaking with one voice in some way.
Firts of all, the leader of the M5S Giuseppe Conte pointed out immediately how long and difficult building a negotiating table would be. Furthermore, he highlighted how much important joining EU forces would be, thus achieving a believable, grounded and long-lasting solution. Consequently, he underlined once more the adversion of M5S to a 6th potential decree providing for sending additional weapons, as Ukraina is carefully armed at the moment; thus encouraging an EU breakthrough towards a peace negotiation where both the warring Countries would be protagonist inside an international framework. Besides, as far as the announcement of the Minister Crosetto regarding the above-mentioned potential 6th decree is concerned, The Honourable Conte warned Italian Government not to proceed with the 6th decree without consulting the Parliament before, that’s even more important because this is not a Government of National Unity anymore. Last but not least, after shaking hands with Maurizio Landini (the secretary-general of the CGIL) in San Giovanni square, The Honourable Conte drew attention to how many people was taking part in the event; thus confirming his own commitment to never give up looking for peace. Something he is actually carrying on in Parliament day after day. In fact, on 10th Nov 2022, he presented an early day motion (approved and signed by Nicola Fratoianni, too – Alleanza Verdi Sinistra) to debate about both, the possible 6th Kiev rearmament as well as the political trend concerning the war Ukraina-Russia. During his speech in Parliament, he reaffirmed once more with confidence the M5S leanings regarding both, the clear distinction between aggressor and assaulted as well as the continual support Ukrainian people has ever had since February. However, as far as the military escalation is concerned, he pointed out that war cannot be considered the only solution anyway, as well as how unjustified the ongoing project of sending more and more weapons would be at this point in time; being the starting difference in armed forces clearly over. Therefore, he’s actually going on defending that 100.000 people asking with one voice for a real negotiation where weapons would be stopped once for all effectively; thus pushing the italian Government to be protagonist of such a position inside both, the EU and the International Community. However, it seems that Government is rowing against Italian people in some way, by rejecting that “early day motion” thus keeping weapons and war out of Parliament. Given that Italian citizens are entitled to get answers about government actions, as well as to demand parliamentary democracy (as Italian Constitution provided for it), I wonder why Government doesn’t want to have a Parliamentary debate about the issue, as well as why PD did not approve and signe that reasonable early day motion as it claims to be against war and pro-peace and democracy as well.
Afterward, some other italian politicians that had been marching against the military escalation had a brief talk with the press as well, for instance Sinistra Italiana Secretary-General (Alleanza Verdi Sinistra) Nicola Fratoianni who restated that “The war is not a solution”, and Partito della Rifondazione Comunista Secretary-General (coordinamento Unione Popolare) Maurizio Acerbo who said “We must stop that warmongering hysteria that pointing directly to nuclear war”.
Besides, the Cardinal Matteo Zuppi underlined, by a meaningful missive, how important demonstrating and fighting all together for peace would be; because there is no future without peace. “In fact, asking for peace doesn’t mean forgetting that both, an aggressor and an assaulted are involved in a conflict. On the contrary, it means to be realist”, he wrote, just before quoting Don Tonino Bello’s speech against Wars, hence remembering that “Peace make you move along an uphill path, and we need a sort of mental revolution, a change of mindset to understand what peace actually means, that is both commitment and achievement, so that having nothing to do with a consumer good or a certainty. In fact, it is more of a finishing line rather than a starting line”. Finally, Zuppi reminded that Pope Francis had been asking for stopping this war insistently, just before recalling how essential asking UN Secretary-General for an International Peace Conference would be, in order to, respectively: guarantee mutual security, commit all States to getting rid of nuclear weapons, reduce the military expenditure in favor of investments able to fight poverty.
Furthermore, Don Luigi Ciotti (Libera’s chairperson) really appreciated many citizens and movements putting themselves out there asking for peace and diplomacy, so that pushing both EU and UN to be decisive in stopping the war and building a negotiating table at least. Besides, he remembered Don Tonino Bello’s 1982 speech where, on the one hand, he was worrying about an EU turning more into a common “cashier desk” that a common “home”, hence becoming full of “dealers” instead of “brothers”, while on the other hand, he was just encouraging people being “sick of peace”; that is a kind of “illness” he considered able to make us more humans. Finally, Don Ciotti wished himself and others as well having always doubts, as doubts are like open doors to discussion and dialogue, just before exhorting people to distrust people remaining fixed on presumed certainties without recognising its own limits. He called them “coscienze pacificate”, referring to neutral and fickle citizens who could be really dangerous in some way; especially the “whispering” ones (quiet but discordant, making no more than judging and offending behind the backs).
However, discordant voices marched to a different drummer. From the PD Secretary-General Enrico Letta, joining halfway to the roman demonstration while confirming the previous leanings of his party (continuity in what has been done up to now), followed by Gianni Cuperlo (although he somehow recognised PD had better think about the real need of that 6th Ukraina rearmament), up to another demonstration taking part in Milan where it is not so clear what they manifested for (according to some media, there were less than one thousand people – far fewer for other ones – asking for peace and for going on with military escalation at the same time); in the name of a “belligerant peace” where EU, together with lots of media, seem to have been nearly trapped since February. As a matter of fact, the current situation should be quite clear by now: “the play must shift gears” from weapons to negotiation if we really want to come out from that sort of “vicious cycle”. In fact, as Marco Travaglio said rightly on Il Fatto Quotidiano, neider immoral blackmails matching “peace” with “Kiev surrender”, nor banishment lists or discredit campaigns can justify linging over this fighting route. That’s because, in a nutshell, World War III would mean mass extintion.
Certainly, modern weapons are much more dangerous than the old ones; as even the littlest one can destroy mankind in a second. Consequently, more and more people have been crying out for peace all around EU day after day; people that are not going to be silenced anymore.
Anyway, nobody can deny how much important peace is for the whole world, as well as nobody can deny how much successful the roman march has been actually. As a matter of fact, both streets and square were full and lively as it hasn’t been for many years up to now… a little but meaningful achievement that could become greater and greater if everybody want to be really on the right side: on the side of “peace”.
After all, if not now, when?